People. Forse la sfida per eccellenza, il vero differenziale di competitività.
Uomini e donne capaci di sviluppare un pensiero interdisciplinare con forte orientamento al cliente, capacità dinamica, comunicazione interfunzionale, virtualizzazione e decentralizzazione. Competenze che si mischiano sempre più con personalità, attitudini e voglia di crescere.
Analogico vs digitale. Miglioramento dell’efficienza operativa, della customer experience ma ancor prima rinnovamento dei modelli organizzativi integrando le digital capability con le piattaforme aziendali amalgamando non solo le tecnologie ma anche skills e nuovi modelli di governance.
La quintessenza dell’innovazione. Capire, decidere, fare. Velocemente. Time-to-value più rapido e una maggiore agilità nei processi e nelle metodologie.
Un processo che si colloca tra la stabilità e il cambiamento, in un’ottica di “potenziamento” della fiducia in se stessi, della motivazione, di una visione positiva e un senso di controllo delle situazioni.
Vere e proprie perturbazioni di mercato. Un big bang delle nuove economie. Questa la portata delle disruptive innovations dove l’orologio non serve più per leggere l’ora. Innovazioni che ridefiniscono radicalmente l’ecosistema produttivo delle imprese, il concetto di valore per il cliente e i modelli di business delle aziende stesse.
Orientarsi nei nuovi scenari economici, sempre più fluidi, indicando strategie, coniugando le necessità finanziarie con i bisogni produttivi, le aspirazioni dei manager con le aspettative degli azionisti, guardando i debiti come investimenti e la gestione finanziaria come leva della produttività. Competenze rotonde, contemporanee e soprattutto necessarie in “un’economia liquida”